Icona “Corpo dato per amore”

Lettura iconografica

Nessuno ha un amore più grande di questo” (Gv 15,13): corpo dato per amore. Per questo una grande ostia luminosa campeggia, insieme al calice eucaristico, al centro dell’icona.

La piccola croce che sormonta le lettere IHS (abbreviazione latina del nome greco di Gesù) annuncia che la sorgente di questo amore è il Crocifisso, “stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, é potenza di Dio” ( 1Cor 1,18).

Per questo dalla mandorla celeste appare la mano benedicente di Dio: l’amore del Padre é il big bang della storia della salvezza.

La copertura a cupola del ciborio ( il Tempio) é segno che non c’è più separazione tra Cielo e terra. Cristo é l’Amore incarnato , il “ Dio con noi” che sul talamo della croce, come Sposo, sigilla il suo amore totale, fedele, fecondo, indissolubile per la sua Sposa Chiesa. Cristo è il Risorto che, nella Galilea della nostra vocazione e missione, é con noi fino alla fine del mondo ( Mt 28,20), continuando ad amarci non per merito, ma incondizionatamente. Il ‘mysterium paschale’ eucaristico é così il cuore pulsante del Mistero grande che ci é dato di vivere e contemplare nel sacramento del matrimonio simboleggiato dalla coppia di sposi. L’Eucaristia è “fonte e culmine di tutta la vita cristiana” (CCC 1324), criterio della sequela che chiama ad un amore incarnato. Per questo insieme al sacramento del matrimonio esprime un unico mistero di amore. L’essere corpo dato per amore tra sposi diventa, nella fragilità e nei limiti del loro amore, segno e annuncio di un amore più grande, quello di Dio per l’umanità che in Cristo si é fatto carne.

Quel Corpo donato e accolto dagli sposi, simboleggiato dal movimento delle mani, li rende a loro volta, in forza del sacramento ricevuto, tabernacolo vivente di questo amore più grande. Lo sposo e la sposa, sperimentando in loro l’amore di Gesù, possono cosi ‘perdersi’ per ritrovarsi nella presenza e bellezza reciproca, come denotano i loro sguardi posti uno di fronte all’altro. Grazie alla consapevolezza di sentirsi sempre più uniti nella distinzione del maschile e femminile, in ogni eucarestia rinnovano le loro nozze, come fa Gesù con la sua Sposa Chiesa.

L’artefice di questa sinfonia d’amore é lo Spirito Santo, raffigurato nella mandorla rossa. É la gioia dell’amore: la gioia del Padre che ama il Figlio, e la gioia del Figlio di essere figlio amato dal Padre. Negli sposi lo stesso Spirito, che nel giorno delle nozze é sceso nella loro relazione d’amore, continua a rinnovare la loro sponsalitá , trasfigurandola perché possano essere sempre più segno del Mistero grande. Come nell’epiclesi rende presente Gesù nel pane e nel vino, così nella vita degli sposi lo Spirito lo rende sempre più presente.

L’Eucarestia è un dono per tutti. Per questo, mentre dona il suo Corpo alla coppia di sposi, Cristo con lo sguardo trascende l’attimo presente, come a cercare anche il nostro sguardo, per abbracciare e invitare ciascuno di tutti al banchetto eucaristico, in ogni luogo e tempo. Gesù eucaristia non si unisce solo a noi personalmente, ma ci fa Corpo, Chiesa, nella bellezza della diversità e di questo Corpo ne é il Capo.

Il colore rosso delle vesti, come i segni dei chiodi e la ferita del costato, significano la sua presenza viva, operante e amante. In quanto sommo sacerdote, presiede ogni liturgia eucaristica attraverso il presbitero che ne é segno, e la Chiesa Sposa, rendendo contemporaneo a noi il suo donarsi. Non c’e Chiesa senza eucarestia e viceversa.

In Gesù gli sposi sono chiamati a non chiudersi in un amore autoreferenziale, ma a vivere un amore ‘in uscita’. Questo diventare a loro volta pane spezzato é simboleggiato dal catino, dalla brocca e dall’asciugamano ai loro piedi: “ vi ho dato infatti lesempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi” (Gv13,15).

Lungo le strade dell’ordinarietà della vita ( in famiglia, al lavoro, in parrocchia, nelle relazioni amicali e fraterne…) simboleggiate dal paese che fa da cornice al ciborio, gli sposi sono cosi missionari con il loro amore, insieme a Gesù, del desiderio dello Sposo di fare nozze con l’umanità. Questo spiega la presenza di tre paia di sandali sulla strada che parte dall’altare: due sono degli sposi e il terzo, quello d’oro, é di Gesù.

Dalle prime case in basso, a sinistra e a destra, si affacciano due gruppi familiari che offrono spighe di grano e grappoli d’uva, che sull’altare diventeranno il Corpo e Sangue di Cristo. Come ci ricordano le sei giare piene d’acqua fino all’orlo, che si intravedono sotto il portico della casa di destra, l’offerta del frutto della terra e del lavoro dell’uomo è quel possibile che Gesù ci dice di fare perché lui possa compiere l’impossibile: la gioia eucaristica di una vita piena, di una dignità ritrovata di figli in comunione col Padre in Lui, il Vino nuovo, Corpo dato per amore.